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FASCITE PLANTARE

La fascite plantare è una condizione dolorosa che colpisce la parte inferiore del piede, è una condizione che si presenta ad un 10% della popolazione nel corso della vita e si manifesta in atleti professionisti e non in eugual modo.

Il piede è composto da 26 ossa, con molti tessuti forti che le tengono unite.


La fascia plantare è un tessuto spesso che collega l'osso del tallone (calcagno) alla base delle dita dei piedi sul fondo del piede. La fascia plantare sostiene l'arco del piede e diventa tesa o tesa quando la caviglia si piega verso l'alto o si flette, essa si estende dal tallone alle dita dei piedi.

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Cosa accade alla fascia quando si infiamma?

Com'è il decorso clinico?

Quali possono essere le cause ?

Diagnosi

Trattamento

video

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Cosa accade alla fascia quando si infiamma?

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La fascia plantare e i suoi collegamenti  possono diventare dolorosi e infiammati aumentando di spessore. Ripetute, piccole lesioni nella fascia possono portare a dolore e difficoltà a completare le attività che comportano la pressione sui piedi.

Iniziare un nuovo programma di fitness o avere un lavoro che richiede di stare in piedi per lunghi periodi di tempo può anche portare alla fascite plantare. Il dolore al tallone e l'irritazione della fascia possono anche essere causati da muscoli del polpaccio contratti, essere sovrappeso o avere un'arcata accentuata nella parte inferiore del piede.

Quando  è irritata, il problema più comune è il dolore alla base del piede, specialmente vicino al tallone. Il dolore può peggiorare con l'aumentare dell'attività come camminare, specialmente al mattino quando si alza dal letto.

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Com'è il decorso clinico?

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Uno studio clinico ha evidenziato che il decorso clinico della patrologia è positivo e l'80% dei pazienti  risolve il problema in 12 mesi.


Quali possono essere le cause ?


Alcuni studi hanno evidenziato che una limitata dorsiflessione di caviglia, un aumento del body max index, effettuare lavori in cui si alzano pesi o con un basso assorbimento degli urti a livello plantare aumentano il rischio di contrarre la patologia. 

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Diagnosi

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La diagnosi comprende una valutazione dei sintomi e dei segni:

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  • Innanzitutto si valuta il punto il cui il paziente ha dolore e se il dolore si manifesta con un aumento di carico

  • Solitamente un paziente che soffre di fascite plantare ha una maggiore pronazione del piede.

  • Presenza di dolore nella zona mediale del tallone che si manifesta dopo i primi passi o dop un periodo di inattività

  • Dolore nella inserzione prossimale della fascia plantare che aumenta con la palpazione

  • Test del tunnel tarsale negativo

  • Dorsiflessione di caviglia limtata

  • Alta BMI in non altleti

  • Una atrofia del cuscinetto adiposo puo causare la patologia in un 15% di pazienti

  • presenza di spondiloartrite

  • escludere che la causa del dolore sia Lombo Pelvica

  • Windlass test positivo

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Trattamento

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Il trattamento ha lo scopo di eliminare il dolore, migliorare la mobilità del piede e togliere l'infiammazione ai tessuti.

il trattamento comprende:

  • Terapia Manuale Osteopatica: studi evidenziano come la mobilizzazione del tessuto nervoso associata ad una mobilizzazione/manipolazione dell'articolazione tibioastragalica, del talo e del metatarso migliorino il dolore.

  • Mobilizzazione dei tessuti molli: il trattamento dei mm oleo, gastrocnemio e flessore lungo dell'alluce migliorano i sintomi del paziente

  • Stretching: Allungare il polpaccio e i tessuti della fascia aiuta nella riduzione a breve termine dei sintomi

  • Esercizi di rinforzo: c'è una moderata evidenza che aiutino nella risoluzione dei sintomi

  • Taping: l'applicazione corretta del tape a livello calcaneare e del piede migliora i sintomi ma non la motilità funzionale del piede ( indicativamente dai 7 ai 10 gg)

  • Ortesi: Ortesi modellate in modo da ridurre la pressione sulla zona dolorosa migliorano i sintomi per i primi 3 mesi ma necessitano di altri interventi per dare una soluzione duratura al problema

  • Splint: gli splint notturni sono utiili per quei pazienti che hanno i sintomi di durata maggiore di sei mesi e possono essere usati da uno a tre mesi ma devono sempre essere associati ad altri interventi funzionali

  • Terapie fisiche: Tecar, laser, elettroterapia e ionoforesi  possono essere un valido aiuto per la riduzione dei sintomi

  • Onde d'urto: utili sopprattutto se la fascia presente delle calcificazioni

  • Infiltrazioni di corticosteroidi: vengono somministrate al paziente quando il dolore è persistente e il paziente non risponde alle terapie.

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Il paziente esegue almeno 4 sedute per un periodo di 3 mesi dove verrà educato all'autotrattamento e verranno applicate le terapie menzionate con variazioni a seconda della gravità e dellostadio dell'infiammazione.

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Associare al trattamento una modificazione delle attività quotidiane per ridurre la tensione al tessuto connettivo alla base del piede aiuta il paziente a ridurre il dolore e a accellerare il processo di guarigione.


La fase cronica, se non trattata, può portare a cambiamenti nel modo in cui una persona cammina, propagando di conseguenza il dolore ad altre articolazioni come il ginocchio, l'anca e la schiena.

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